Peggiora la situazione in Medio-Oriente, tensione tra Siria e Libano

Spari di arma da fuoco sono stati esplosi oggi (20 ottobre 2012) dalla Siria in Libano, a pochi passi dalla frontiera, contro dei civili libanesi sunniti che manifestavano per l’uccisione a Beirut del generale Wissam al Hasan 1, sunnita e capo dell’intelligence. Un attentato che ieri ha fatto tornare il terrore nelle strade della capitale libanese. E la tensione sale, mentre l’opposizione libanese anti-siriana ha fatto appello alla popolazione perché domani partecipi in massa ai funerali del generale ucciso – che aveva di recente scoperto i dettagli di un piano siriano per destabilizzare il Libano – dando vita a “una giornata di collera contro il macellaio Bashar al Assad”, il presidente siriano accusato dall’opposizione di essere il mandante dell’assassinio.

Primo ministro Miqati: “Legami con la Siria”.Per il primo ministro libanese Najib Miqati “è fuori dubbio che ci sia un legame tra l’uccisione ieri del generale Wissam al Hasan” e “l’arresto nei mesi scorsi dell’ex ministro Michel Samaha”, reo confesso di aver pianificato per conto di Damasco attentati in Libano contro personalità anti-siriane. Dopo l’attentato, Miqati ha offerto le dimissioni respinte però dal presidente Michael Suleiman. Intanto, al Hasan verrà sepolto accanto al suo mentore, l’ex premier e poi capo dell’opposizione anti-siriana Rafiq al-Hariri, sunnita moderato come lui, anch’egli assassinato in circostanze analoghe il 14 febbraio 2005. 

Beirut, domani in piazza contro il regime siriano. In un comunicato l’opposizione libanese, riunita nella coalizione 14 marzo, invita la popolazione a scendere a Piazza dei Martiri a Beirut domani per manifestare la propria opposizione al regime siriano che, afferma, “vuole esportare il sangue e la distruzione verso la nostra patria, il Libano”.

Nella nota si chiedono ancora le dimissioni del governo libanese, che l’opposizione accusa di “applicare le politiche del regime criminale siriano e dei suoi alleati regionali e locali”. Un apparente riferimento all’Iran e al movimento sciita libanese Hezbollah, che fa parte dell’esecutivo. La coalizione del 14 marzo chiede infine alla Lega Araba e alle Nazioni Unite di “prendere tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza del Libano e la protezione del suo popolo”.

Rimane tesa la situazione anche fra Siria e Turchia. Dal 3 ottobre scorso, quando salve di artiglieria siriane uccisero cinque persone 2 e ne ferirono tredici nel villaggio di Akcakale, la Turchia ha sparato complessivamente 87 colpi di rappresaglia per le violazioni del proprio territorio da parte delle truppe lealiste di Damasco, che a loro volta hanno sparato in tutto 27 proietti oltre confine, diciotto sullo stesso distretto di Akcakale, che dista dalla frontiera appena un chilometro, nella provincia sud-orientale di Sanliurfa; e nove nella provincia di Hatay, che si estende più a ovest

 

Fonte: Repubblica.it

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