5 milioni di dollari a un filosofo per studiare l’immortalità.

La Fondazione Templeton, fondazione filantropica di tendenza conservatrice sospettata di voler negare le teorie darwiniste, ha finanziato con 5 milioni di dollari il professore di filosofia all’Università di California-Riverside,  Martin Fischer, per un programma triennale dedicato allo studio sull’immortalità.

Le domande cui la fondazione intende rispondere servendosi del filosofo più pagato di tutti i tempi sono di quelle che nessuno di noi poveri mortali si sarebbe mai fatto, soprattutto in considerazione del prezzo da sborsare per avere le risposte, sono le seguenti:

  • se e in quale forma le persone sopravvivono, o possono sopravvivere, alla morte del corpo;
  • quanto credere nell’immortalità influenza il carattere, gli atteggiamenti e le credenze di uomini e donne;
  •  perché la gente è portata a credere a una vita ultraterrena; se è o meno irrazionale desiderare l’immortalità.

Il filosofo non si scompone e, stranamente, si dichiara “convinto della bontà del progetto” e questa bontà la dimostra in un’affermazione la cui profondità lascia già intravedere nel prossimo futuro i più alti riconoscimenti del mondo accademico:

“Le persone hanno pensato all’immortalità nel corso di tutta la storia, abbiamo un bisogno innato di sapere cosa ci succederà dopo la morte. Un dibattito che va avanti da secoli e che ha riguardato soprattutto la letteratura, in particolare la fantasy, ed ovviamente la teologia in termini di aldilà, paradiso, purgatorio o karma. Nessuno ha ancora offerto uno sguardo complessivo al tema che metta insieme scienza, teologia e filosofia“.

Cari lettori scusatemi, ma non posso esimermi dal commentare frase per frase questa dichiarazione pagata a peso d’oro:

Le persone hanno pensato all’immortalità nel corso di tutta la storia (davvero? e chi l’avrebbe mai detto!);

abbiamo un bisogno innato di sapere cosa ci succederà dopo la morte (signori, questa è genialità allo stato puro. Questa è “rivelazione” autentica);

Un dibattito che va avanti da secoli e che ha riguardato soprattutto la letteratura, in particolare la fantasy, ed ovviamente la teologia in termini di aldilà, paradiso, purgatorio o karma (questo passaggio rende evidente quanto sono ben spesi questi 5 milioncini! Un’affermazione del genere richiede qualità fuori dal comune. E’ il frutto di conoscenze che non si acquisiscono solo con lo studio, ma richiedono il dono dell’intuizione, la scintilla del genio. Dire che il dibattito sull’immortalità ha riguardato “soprattutto la letteratura fantasy” e addirittura la teologia è la chiara prova di un coraggio intellettuale che non può che lasciare a bocca aperta);

Nessuno ha ancora offerto uno sguardo complessivo al tema che metta insieme scienza, teologia e filosofia (…ma non è un grandissimo. E adesso non vi azzardate a replicare con spiccia filosofia da liceo citando questo o quell’altro filosofuncolo. Qui si mette insieme sicenza, teologia e filosofia mica pizza e fichi!).

Nell’intervista a Washington Post il nostro ispiratissimo filosofo ci ha tenuto a precisare che:

nella ricerca non c’è niente di esoterico, ma che il suo principale interesse riguarda la longevità dell’essere umano e i progressi della scienza medica che rendono inevitabili alcune domande: cosa succederebbe se potessimo vivere per sempre? Che ruolo giocano la morte e il nostro concetto di mortalità durante la nostra vita? Per come è strutturato il nostro cervello è naturale credere nell’aldilà? Perché si vuole credere nell’inferno e nel paradiso e quanto questo incide sulla nostra fede? (da Repubblica.it)

Stia tranquillo chi si sta chiedendo come sarà data risposta a queste domande. E’ l’uovo di colombo. Studiando le esperienze della “quasi morte” (ma è chiaro!) di gente che, uscita dal coma, ha raccontato quell’esperienza. Ad esempio per gli americani spesso coincide con la visione di un tunnel alla cui fine si intravede un bagliore, mentre per i giapponesi è ricorrente la visione del giardino fiorito. Chissà cosa vedranno i nepalesi, i francesi, i kazaki, gli abitanti dell’isola di Pasqua… se ve lo state chiedendo tranquilli, a breve avrete queste e altre risposte sia nelle “due grandi conferenze internazionali” che saranno organizzate nel corso della ricerca, sia nel sito web in costruzione nel quale potrete seguire in real-time ogni progresso degli studi.

Mi sento di lanciare un messaggio a quelli della Templeton Foundation, una volta scoperti tutti i segreti della vita eterna, se dovesse servirvi altro…che so…uno studio sull’Apocalisse, una ricerca sulle pentole d’oro alla fine degli arcobaleni o, necessarissima, sul topino che mette il soldino al posto del dentino sotto il cuscino io, Escansibus, sono a vostra completa disposizione e, a differenza del professor Fischer, la cui cultura ed autorevolezza non metto affatto in discussione, costo molto, molto meno. Potrei accontentarmi anche delle bollette di acqua, luce e telefono pagate per tre anni, e se dovesse scapparci anche un rimborso benzina va a finire che riesco a farvi parlare con Darwin in persona non prima di averci messo una buona parola per fargli rettificare quel paio di teorie che vi danno tanto fastidio. Tranquilli, male che va può sempre dire di essere stato frainteso. Ultimamente va molto di moda.

 

 

 

 

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