Tutti vegetariani per scongiurare l’apocalisse alimentare?

Alla vigilia dell’annuale Conferenza Mondiale sull’Acqua, che si apre questa settimana a Stoccolma alla presenza di 2500 politici, rappresentanti dell’Onu, ong e ricercatori provenienti da 120 paesi, il Guardian di Londra ha pubblicaro  il rapporto del  professor Malik Falkenmark e dei suoi colleghi dello Stockholm International Water Institute in base al quale  le riserve globali di cibo diminuiscono costantemente, mentre la popolazione mondiale non fa che aumentare. Riassumendo il rapporto con poche e semplici parole,  l’offerta di cibo nel mondo diminuisce a fronte di una domanda che cresce vertiginosamente.

Ai ritmi attuali, e seguendo la dieta odierna, entro il 2050 sono previste catastrofiche “carenze alimentari”. Stando ai dati ONU, in questo primo decennio del secolo “900 milioni di persone vanno a letto affamate tutte le sere e 2 miliardi sono da considerare malnutrite“. Tra 50 anni la popolazione mondiale sfonderà il tetto dei nove miliardi, ossia due miliardi in più rispetto ad oggi. Davvero troppo per questo vecchio pazzo mondo le cui risorse, soprattutto in termini di acqua dolce, sono già messe a dura prova. Per gli studiosi di Stoccolma la soluzione non potrà che essere una: nei prossimi 40 anni saremo costretti a diventare tutti vegetariani.

Questo perchè l’allevamento di bestiame richiede risorse in termini di acqua e terreno notevolmente superiori rispetto alla coltivazione delle sementi, basti considerare che un terzo delle terre arabili viene impiegato per “sfamare” gli animali destinati al macello. E’ lampante che mangiare meno animali restituirebbe alle necessità alimentari umane una notevole quantità di risorse.

 

 

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