La Terra ha un pianeta gemello, ma è troppo caldo.

PROXIMA Centauri è la stella più vicina a noi. Alla velocità della luce, un’astronave impiegherebbe poco più di quattro anni per raggiungerla. Una volta giunti a destinazione, cosa troverebbero i passeggeri di questa ipotetica nave spaziale? Viaggiando nei pressi di Proxima, i nostri esploratori vedrebbero una debolissima nana rossa grande circa un decimo del Sole. Una piccola delusione, forse. Ma guardando più in là, ecco spuntare una coppia di stelle brillanti molto simili al nostro Sole. Sono Alfa Centauri, una delle stelle più brillanti del cielo australe, e la sua compagna Alfa Centauri B

Per raggiungere queste stelle l’astronave dovrebbe viaggiare almeno altri due mesi, ma la ricompensa per questo lungo viaggio sarebbe grandiosa. Guardando attentamente Alfa Centauri B, magari con l’aiuto di speciali filtri, gli astronauti vedrebbero un piccolo puntino luminoso vicinissimo alla stella. A soli sei milioni di chilometri dalla stella, un piccolo pianeta che compie un’orbita in soli tre giorni. Un’orbita così stretta da rendere il pianeta incandescente e probabilmente inospitale. E’ un’avventura fantascientifica che sembra pura fantasia, a parte un dettaglio. Quel pianeta esiste davvero, ed è molto simile alla Terra.

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Un pianeta dietro casa. “Questo è il primo pianeta con una massa simile alla Terra mai trovato intorno ad una stella come il Sole. La sua orbita è molto vicina alla stella e deve essere troppo caldo per la vita come noi la conosciamo”. Non è il capitano Kirk di Star Trek a dire queste parole, ma Stéphane Udry, uno degli scopritori del nuovo pianeta intorno a Alfa Centauri B. Un team di ricercatori europei coordinato da Xavier Dumusque dell’Osservatorio di Ginevra, ha infatti sfruttato gli strumenti dell’Osservatorio Australe Europeo (ESO) per compiere questa straordinaria scoperta. Analizzando con una tecnica estremamente precisa oltre quattro anni di osservazioni, gli scienziati hanno svelato la presenza di un pianeta molto simile alla Terra intorno alla compagna di Alfa Centauri. Oltre ad essere il più vicino a noi, questo pianeta è il  più leggero mai scopeto intorno ad una stella di tipo solare. La ricerca, pubblicata su Nature 2, è quindi un passo molto importante verso la scoperta del primo  gemello estrasolare della Terra

Pianeti, pianeti, pianeti. La ricerca di pianeti extrasolari è uno dei settori più vivi dell’astronomia moderna. Attualmente si conoscono 843 pianeti intorno ad altre stelle, ed il numero continua a crescere. Secondo recenti studi teorici si ritiene infatti che nella Galassia vi sia un numero di pianeti paragonabile a quello delle stelle. Gran parte di questi pianeti siano giganti gassosi simili a Giove, ma esiste una buona percentuale di pianeti rocciosi con dimensioni e massa paragonabili a quelle della Terra. Il merito di queste scoperte va sicuramente allo sviluppo di strumenti e tecniche estremamente sensibili, che oggi possono rivelare pianeti anche molto piccoli.

La tecnica utilizzata per scoprire il nuovo pianeta intorno ad Alfa Centauri B sfrutta le perturbazioni gravitazionali fra la stella ed il pianeta. Pur essendo molto piccolo rispetto ad Alfa Centauri B, il pianeta esercita un’attrazione gravitazionale sulla stella, modificandone leggermente il moto nello spazio. Il risultato è un’oscillazione appena percettibile della stella. Gli astronomi hanno infatti stimato che il pianeta fa muovere la stella con una velocità di meno di 2 chilometri all’ora, pari a quella di un bambino che gattona. Un movimento estremamente piccolo, che gli scienziati sono riusciti a mettere in evidenza grazie all’High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher 3(HARPS), uno spettrografo installato al telescopio da 3,6 metri di apertura all’Osservatorio ESO di La Silla in Cile. Questa tecnica è molto precisa ed è la stessa utilizzata dal team per scoprire il primo pianeta extrasolare nel 1995.

Esiste anche un’altra tecnica per rivelare questi pianeti, basata sull’osservazione dei transiti planetari. Quando un pianeta transita di fronte alla stella principale, ne provoca infatti un temporaneo calo di brillantezza, da cui è possibile stimare le caratteristiche del pianeta e della sua orbita. Questa tecnica è utilizzata ad esempio dal telescopio spaziale “Kepler” della NASA, che finora ha individuato oltre 2300 potenziali candidati di pianeti extrasolari.

Gemelli del Sole. Per scoprire questo piccolo pianeta, i ricercatori hanno analizzato circa quattro anni di osservazioni di Alfa Centauri e della sua compagna. Queste due stelle sono infatti particolarmente interessanti perché assomigliano molto al Sole e quindi potrebbero ospitare un sistema planetario molto simile al nostro. Alfa Centauri, facilmente visibile dall’emisfero australe nella costellazione del Centauro, è di poco più grande e luminosa del Sole. La sua compagna, Alfa Centauri B, è anch’essa di tipo solare, pur essendo leggermente più fredda e con una massa pari al 93% della nostra stella. Le due stelle orbitano intorno al comune centro di massa e raggiungono una distanza minima pari a quasi dieci Unità Astronomiche, ovvero la distanza media fra Saturno ed il Sole. Il sistema di Alfa Centauri contiene anche un terzo membro, meglio noto come Proxima Centauri, che dista 0,2 anni luce dalle altre due stelle. Ad una distanza così grande, è difficile stimare con cura l’orbita di Proxima rispetto ad Alfa Centauri A e B, ma gli astronomi stimano che essa ruoti intorno alle altre due stelle con un periodo di oltre 500 mila anni e che attualmente la sua orbita l’abbia portata ad essere la stella più vicina a noi.

Un pianeta ostile. I dati di HARPS hanno permesso di fornire una prima descrizione del pianeta, la cui massa è di solo il 10% superiore a quella della Terra. Si tratta cioè del pianeta più leggero mai scoperto intorno ad una stella di tipo solare. Le analisi hanno permesso di stimare che il pianeta ruota a circa 6 milioni di chilometri di distanza da Alfa Centauri B, circa un decimo della distanza di Mercurio dal Sole. Ciò significa che questo pianeta deve essere caldissimo ed è quindi estremamente improbabile che possa ospitare la vita. Sebbene il pianeta non sia quindi nella cosiddetta fascia di abitabilità, gli scienziati sono fiduciosi. “potrebbe essere un pianeta in un sistema di molti” aggiunge Udry, “Gli altri risultati che abbiamo ottenuto con HARPS così come le nuove scoperte di Kepler mostrano chiaramente che la maggioranza dei pianeti di piccola massa si trova in questi sistemi”.
Quel sistema stellare potrebbe quindi ospitare altri pianeti simili alla Terra, e con un po’ di fortuna anche nella zona di abitabilità. Avremmo così finalmente scoperto un gemello della Terra vicinissimo a noi. Raggiungerlo potrebbe essere ancora molto difficile, visto che con la tecnologia attuale un razzo impiegherebbe circa 28 mila anni per raggiungere Alfa Centauri. Ma potremmo comunque provare a “bussare” inviando segnali radio, sperando di ricevere risposta. Un’altra avventura da fantascienza, ma che in un futuro non troppo lontano potrebbe diventare realtà.

 

Fonte: articolo firmato da Massimiliano Razzano e pubblicato su Repubblica.it – Clicca QUI per accedere alla pagina del sito e fruire di tutti gli approfondimenti a disposizione

 

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