Scenari apocalittici previsti dal Pentagono nel 2004

E’ stato completato alla fine del 2003 il rapporto segreto del Pentagono in cui venivano enunciati una serie di probabili scenari apocalittici previsti nei venti anni successivi. E’ interessante confrontarli con  il nostro presente. Non mancheranno le sorprese.

 

È di queste ore la notizia, giunta in tutte le redazioni giornalistiche, di una relazione, redatta da un gruppo di scienziati incaricati dal Ministero della Difesa degli USA, in cui questi avrebbero messo in luce diversi scenari apocalittici che dovrebbero verificarsi nei prossimi 20 anni.

 In particolare è stato messo in luce che le emissioni di gas serra potrebbero determinare una catastrofe globale, dovuta all’innalzamento della temperatura media terrestre di oltre un grado, che potrebbe portare allo scioglimento di gran parte delle calotte polari con conseguenze disastrose per miliardi di persone.

Intere città che si trovano al livello del mare sarebbero spazzate via da un innalzamento del livello degli oceani di oltre 4 metri (fino a poco tempo fa si parlava di un metro in circa un secolo) e ciò potrebbe determinare un incremento ulteriore della piovosità in diverse zone del globo, con effetti devastanti sulle attività economico-agricole, a cui si sommerebbero gli effetti di una gravissima carestia e crisi idrica che potrebbe riguardare anche i paesi occidentali. Questo determinerebbe l’esodo in massa di centinaia di milioni di persone che potrebbe spingere a conflitti militari improvvisi anche tra paesi che dispongono di armamenti nucleari. Si avrebbe, inoltre, la morte di centinaia di milioni di persone, con un inferno inimmaginabile per i sopravvissuti.

Gli scenari descritti in questa relazione avrebbero delle conseguenze immediate sulla Sicurezza Nazionale, nel senso che da questa situazione deriverebbero problematiche di ordine sociale, politico, e militare che potrebbero spingere gli Usa ad azioni militari per garantire la propria sicurezza interna e quella dei suoi alleati.

Il risultato è stato quello di creare un allarme improvviso, anche se sono anni che se ne parla.

Alcuni esponenti dei vertici militari avrebbero commentato che gli scienziati incaricati di redigere la relazione hanno fatto ipotesi troppo allarmistiche.

Vediamo quali sono i punti salienti del rapporto inviato al Presidente USA e commissionato da Andrew Marshall, massimo responsabile della pianificazione strategica del Pentagono, rapporto che è stato pubblicato sulla rivista “Fortune” e ripreso dalla stampa internazionale. Così recita testualmente il rapporto:

“Rivolte e conflitti diventeranno parte endemica della Società: la guerra tornerà a definire i parametri della vita umana”. Questo significa che scoppieranno conflitti non solo per il controllo delle risorse energetiche, per cui gli Usa si preparano da tempo, ma anche per la sopravvivenza, per il controllo dei territori da impiegare nell’agricoltura e per le risorse idriche.

I contenuti del rapporto rappresentano un grosso colpo per la politica ambientale dell’amministrazione Usa, poiché le presunte conseguenze dell’effetto serra saranno ben peggiori di quelle che gli scienziati americani erano disposti ad ammettere fino a qualche tempo fa.

Più in particolare il rapporto prevede che – per quanto riguarda gli effetti sul clima – vi saranno, a partire dal 2007, violente tempeste che si abbatteranno sulle coste continentali dell’Europa occidentale; queste distruggeranno gran parte delle barriere costiere rendendo inabitabile, per esempio, zone come l’Olanda. Intere città saranno sommerse dall’acqua e dovranno essere abbandonate.

Tra il 2010 e il 2020 vi sarà un rallentamento della corrente del Golfo – la cui funzione è quella di rendere temperato il clima del Vecchio Continente – con un abbassamento delle temperature che colpirà l’Europa occidentale e le coste dell’America. La riduzione stimata è di 3,5 °C per L’Europa e di 2,8°C per L’America.

Si parla della presenza possibile di iceberg al largo delle coste del Portogallo e il clima della Gran Bretagna diventerà più asciutto e freddo (simile alla Siberia).

Secondo gli autori del rapporto, Peter Schwartz e Doug Randall, questi cambiamenti climatici avranno effetti catastrofici che si sommeranno a croniche carenze di acqua e di energia che faranno precipitare il pianeta nella guerra e nel caos.

La civiltà occidentale potrebbe andare incontro ad un progressivo decadimento se non sarà in grado di risolvere il problema dell’acquisizione e dello sfruttamento delle fonti energetiche alternative a quelle dei combustibili fossili, in quanto il progresso economico-sociale e tecnologico della nostra civiltà, che vorremmo fosse eterno, sarà limitato dalle crisi petrolifere future che sorgeranno nel momento in cui comincerà a scarseggiare “l’oro nero”.

 

Disordini e conflitti riguarderanno aree densamente popolate come l’Africa e l’India, mentre aree ricche come l’Europa e l’America diventeranno l’unica speranza di salvezza per milioni di profughi. Questo spingerà gli stati occidentali a praticare politiche sempre più restrittive per l’afflusso di immigrati innalzando vere e proprie “barriere” contro l’immigrazione selvaggia.

 

Il Pentagono ha ipotizzato inoltre una ripresa della proliferazione degli armamenti nucleari, che riguarderà sia paesi europei, come la Germania, che paesi asiatici come il Giappone e la Corea del Sud. Inoltre si armeranno anche paesi come l’Iran e l’Egitto, mentre l’India e il Pakistan saranno tentati di usare l’atomica in conflitti locali legati alla crisi nei rapporti tra i due paesi.

 

I cambiamenti climatici determineranno la distruzione completa della grande barriera corallina presente nell’Oceano Pacifico al largo dell’Australia, che rappresenta un importante elemento dell’ecosistema degli oceani. Le variazioni della temperatura media determineranno la scomparsa completa della barriera entro il 2100 con ricadute economiche gravissime per l’area del Pacifico.

 

Al di là delle idee che ognuno si può fare bisogna ammettere che il rapporto del Pentagono illustra degli scenari futuri poco rosei per la civiltà umana e più che mai oggi si avverte la verosimiglianza di questi scenari. Si ha quasi la sensazione che gli scienziati siano venuti a conoscenza di informazioni di cui la comunità scientifica non sia in possesso e che permettono di dare per certo alcuni avvenimenti catastrofici che riguarderanno la terra nei prossimi anni.

Che cosa spaventa tanto gli studiosi che hanno redatto la relazione, al punto da creare un allarme di questa portata? Che cosa nasconde l’improvvisa ripresa della corsa verso le esplorazioni spaziali e in particolare verso la conquista di Marte? Gli scienziati Usa sperano di riuscire a colonizzare il pianeta Marte nell’ipotesi che la vita sulla terra possa finire, in modo da garantire la sopravvivenza del genere umano? Nei prossimi vent’anni potrebbero avverarsi alcune profezie di cui si è parlato per molto tempo relative ad un evento catastrofico che potrebbe colpire la terra entro il 2023?

Tutte domande alle quali sembra non si voglia fornire, da parte di alcune istituzioni, una risposta adeguata, cercando di nascondere, forse, alcune verità scottanti.

Intanto il Pentagono si prepara…

 

a cura di Giuseppe Badalucci  (fonte www.edicolaweb.net)

 

altre fonti sull’argomento:

limes;

l’Unità

 



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