Se tutti i soldi spesi dagli Stati per l’Euro fossero stati spesi in beni e servizi per la gente?

Da che la memoria mi sostiene non faccio altro che ricordare di:

  • Sforzi per entrare nell’Euro: erano gli anni 90 e l’Euro si chiamva ancora ECU, e mi ricordo parole come Europa, Moneta Unica, CEE, e tasse ed eurotasse e altre tasse, e ancora tasse, e fiumi di soldi, all’epoca “milamiliardi” di lire;
  • Sforzi per restare nell’Euro: era il primo decennio del secolo e ci risiamo con manovre si manovre, tasse su tasse, fiumi e fiumi di soldi indirizzati rendere l’economia italiana compatibile con l’eurozona il tutto in piena crisi economica, prima annunciata nella prima metà del decennio
  • Sforzi per contrastare la crisi dell’Euro: e via con rigore e pareggio di bilancio, salvataggi di stato e quant’altro e tutto a suon di miliardi e miliardi e miliardi….

Adesso mi chiedo: ma se tutti questi fiumi di miliardi dei quali si conosce benissimo la sorgente, le tasche della gente, e si ignora completamente percorso e foce, che da oltre due decenni scorrono come ectoplasmi  da banca centrale a banca centrale, da stato a stato, da banca a banca, fossero stati semplicemente spesi in beni e servizi per la gente?

Semplifico la domanda ripetendone la parte essenziale:

cosa sarebbe successo all’economia mondiale e al benessere generale se tutti questi fiumi di miliardi e miliardi fossero stati semplicemente spesi in beni e servizi per la gente?

Come il ciclo naturale dell’acqua. Se la gente è la sorgente del fiume di soldi dovrebbe essere naturale che, dopo aver concluso il loro ciclo, questi tornino alla sorgente.  O no?

 

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