Il Medio Evo non è finito.

Si chiamava Volante, aveva circa cinque anni ed era un mansueto bovino di 622 chili. Chiunque abbia visto i tori da vicino si è potuto accorgere della loro vera natura. Sono animali pesanti, statici, che amano ruminare, un processo lento che richiede tempo. Sono ovviamente anche molto forti e possono diventare aggressivi, come qualsiasi essere umano o animale, quando vengono minacciati e feriti. È su questo che si basa la tauromachia più celebre al mondo: la corrida. Ma VolantIl toro Afligdo morto l'anno scorso durante la corridae non è stato scelto per entrare in un’arena decorata a festa bensì per un torneo di origini medievali forse ancora più barbaro e crudele, dove l’essere umano può sfogare su un essere innocente la sua violenza più repressa. E lo fa non da solo, come il torero nella corrida, ma insieme a una massa di centinaia di altre persone, un “branco” dove le remore individuali vengono dimenticate.

BIMBI SPETTATORI – Stiamo parlando del Torneo del Toro della Vega che si tiene ogni anno il secondo martedì del primo mese d’autunno (che quest’anno ha coinciso con l’11 settembre) in occasione dei festeggiamenti della cittadina di Toresillas per la Virgen de la Pena, nella regione della Castiglia e Leon. Non hanno sortito alcun effetto le proteste dei mesi scorsi della statunitense Human Society International che, assieme ad animalisti spagnoli privati o riuniti in associazioni quali Igualidad Animal, aveva lanciato la campagna e la raccolta firme “Spezza una lancia” per evitare che il torneo si celebrasse. La municipalità di Tordesillas ha dato il nulla osta, giudicando la manifestazione parte del patrimonio culturale e folkloristico della città, capace anche di attirare il turismo. E, su questo proprio non gli si può dare torto: ogni anno, infatti, partono dalle maggiori città iberiche pullman di spettatori in vena di divertimento sadico. Famiglie con bambini comprese.

LA MATTANZA – Insomma, per Volante non c’è stato niente da fare anche se gruppi di animalisti hanno passato la notte tra il 10 e l’11 settembre davanti alla sua stalla per proteggerlo e impedirgli di andare incontro a una morte barbara. Inutile il loro sit-in: gli “amici di Volante” sono stati dispersi dalla polizia la mattina dell’11 settembre. E così l’animale è uscito dalla sua stalla ignaro di cosa stava per accadergli, esattamente come il suo predecessore Afligdo un anno prima. Appena fuori ha trovato centinaia di uomini esagitati a cavallo o a piedi (tra questi c’era anche una donna) che lo seguivano terrorizzandolo e pungolandolo con lance acuminate lunghe anche tre metri, cercando di ferirlo nel modo più brutale e accidentale possibile. I partecipanti del torneo hanno spinto Volante lungo il percorso cittadino predefinito fino a che non l’hanno accerchiato, debole e dissanguato, e si sono accaniti dandogli il colpo di grazia, non prima di un’agonia durata venti interminabili minuti, per fortuna, la metà del tempo che l’anno scorso dovette sopportare Afglido prima di morire.

UN BUON AUSPICIO? – Eppure quest’anno qualcosa è venuto a turbare la “festa”. Il Comitato organizzativo ha rilevato delle scorrettezze nel comportamento dei lancieri e ha affermato che il toro è stato ucciso fuori dall’area predestinata. Il torneo insomma è stato annullato e non c’è stato alcun vincitore. Anche se Volante è morto lo stesso. I partecipanti hanno subito chiesto di organizzare un’altra manifestazione con un altro toro ma l’autorizzazione non è ancora arrivata. Che sia un segno del destino? Che sia di buon auspicio per i tori spagnoli? Per ora si sa solo che il Partito animalista spagnolo Pacma ha asserito che farà tutto quanto in suo potere per far sì che Volante sia l’ultimo toro ucciso e che il Torneo della Vega sia accantonato tra i barbari ricordi delle torture medievali.

 

(Fonte: articolo di Giorgia Rozza pubblicato su  Repubblica.it)

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