Fine del Mondo? Per adesso rischiamo la Fine delle Stelle

Cresce l’attesa per il 21 dicembre 2012. C’è chi avrà già acquistato casa a Bugarach per godersi lo spettacolo dell’Apocalisse in prima fila e al sicuro. Nel frattempo, se lo spettacolo dell’Apocalisse nella fatidica data resta nell’incerto (come ogni altra fatalità), stiamo certamente perdendo uno degli spettacoli più semplici, belli, affascinanti, misteriosi ed entusiasmanti che questo mondo, almeno fino a quando esisterà, riesce ad offrirci: il cielo stellato.

Il cielo stellato. E’ un po’ come l’aria e l’acqua. E’ una di quelle cose che sembrano scontate e se ne percepisce l’estrema necessità solo quando vengono a mancare.

Vivo, quindi respiro. Ho sete, quindi bevo. Alzo gli occhi al cielo di notte, quindi vedo le stelle.

Non sembri azzardato il paragone, perchè senza il sogno, l’irrazionalità, il mistero e l’infinito, l’essere umano non avrebbe una piena percezione di se. Da sempre l’essere umano ha avuto bisogno delle stelle e ha alzato gli occhi al cielo per farsi delle domande e per cercare delle risposte senza le quali non sarebbe lo stesso.

Da sempre l’essere umano ha guardato il firmamento per appagare un ancestrale bisogno di stupore. Da sempre le stelle sono state  linfa preziosa di sogni, fantasie e desideri.

Un nemico minaccia tutto questo.  E’ silenzioso e subdolo perchè apparentemente  necessario: l’inquinamento luminoso.

Ormai, specialmente per chi vive nelle grandi città, il cielo stellato è un ricordo. Sono milioni le persone che vivono nell’inconsapevolezza che da anni non hanno visto una stella. Rendersene conto è disorientante, spiazzante come una doccia fredda. Anche per chi vive lontano dalle città le cose non vanno meglio. Per costoro la situazione è senza dubbio migliore. Nelle notti senza luna riescono anche ad intravedere la Via Lattea. Purtroppo il firmamento visibile è una piccola percentuale rispetto a quella che sarebbe visibile  in ‘assenza di inquinamento luminoso che sta raggiungendo dimensioni planetarie.

Fortunatamente ancora esistono quelle che vengono definite Dark Sky Reserves, riserve di cielo buio dove l’inquinamento luminoso è ridotto al minimo o, addirittura, assente. Sono veri e propri paradisi per astrologi, astrofili o semplici “amanti della natura”, dove è possibile ammirare il cielo stellato così come effettivamente è.

E il cielo stellato quando lo si vede in tutto il suo splendore toglie il fiato, nutre i sogni, innalza lo spirito.

National  Geographic ha dedicato un servizio alle Dark Sky Reserves, e la sconvolgente bellezza di quello che quotidianamente ci stiamo perdendo dovrebbe invitare a far riflettere sulla necessità di contrastare l’inquinamento luminoso che, soprattutto in piena crisi economica, sa anche tantissimo di spreco.

Ecco cosa ci stiamo perdendo (foto: National Geographic)

 

 

 

 

 

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