Emilia, lo sciame sismico potrebbe durare anni.

Secondo i sismologi lo sciame durerà a lungo.

Basta andare qualche chilometro in profondità per scoprire che la placida Pianura Padana giace su un “fronte di guerra” nel quale si fronteggiano la zolla africana, che preme da sud, e l’Europa che  resiste a nord.

Gianluca Valensise, dirigente di ricerca dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), è chiaro: “La linea di faglia corre tra est e ovest in maniera irregolare, suddivisa in tanti pezzetti e pezzettini. Come in un domino, la rottura di un frammento può innescare una tensione nel frammento che si trova accanto. Sarà sufficiente questa tensione a scatenare un’altra scossa, e quando? Questo non lo sappiamo mai in anticipo. Quel che possiamo dire è che un fenomeno sismico su una faglia a volte innesca sulla faglia vicina un conto alla rovescia che può durare giorni, anni, magari millenni. Prima o poi però l’orologio arriva all’ora zero”.

Secondo Carlo Doglioni, sismologo dell’università La Sapienza di Roma:             “Ci sono varie ragioni per dire che quella zona della Pianura era e resta attiva. Oltre alle conoscenze del sottosuolo che abbiamo grazie ai profili sismici, dove è possibile riconoscere le principali faglie, con il Gps è possibile seguire lo spostamento del terreno sia a nord che a sud della linea di faglia. Da tempo ci eravamo accorti che tra Bologna e Padova gli spostamenti avvenivano in alcune zone a un ritmo più lento e in altre a un ritmo più rapido. Segno che delle tensioni si stavano accumulando. Questa discrepanza è stata registrata nelle zone che effettivamente sono state colpite dal sisma. E nelle Alpi venete qualcosa di simile è stato osservato lungo altre faglie”.

A questo punto c’è da chiedersi perchè nelle mappe sismiche questa zona era classificata come medio-bassa. E’ evidente che sia urgente e necessario un aggiornamento. E’ evidente che oltre alla ricostruzione, tutto il territorio padano (e nazionale) necessiti di una messa in sicurezza in generale seguendo un “piano di bonifica” di tutte le costruzioni esistenti. Un’operazione di prevenzione che  le massime istituzioni  del Paese non possono più permettersi il lusso di rimandare.

 

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